Intervista a Daniele Scatizzi: “Spero che adesso abbiano capito tutti chi sono”

Daniele “Scat” Scatizzi è un’artista marziale di Ladispoli (Roma), che il 26 settembre di quest’anno ha ottenuto a Bellator una vittoria per sottomissione contro l’inglese Gavin Hughes dopo appena un minuto e quaranta secondi.

Un talento unico, capace di competere sempre a testa alta ai massimi livelli delle MMA internazionali.

Lo abbiamo raggiunto per un’intervista nella quale abbiamo parlato del futuro, ma anche di molto altro. Quello che ne è venuto fuori è uno spaccato interessante nel quale Scatizzi si è rivelato come al solito senza filtri mostrando la personalità che lo ha sempre contraddistinto.

Daniele partiamo dall’ultimo match. Cosa pensi che succederà dopo questa importante vittoria con Hughes?

Sicuramente è una grande vittoria, avvenuta con un avversario molto forte che volevano spingere tanto. Io non l’ho solo battuto, ma l’ho stracciato, vincendo ai primi minuti del primo round. Quindi spero che abbiano capito chi è “Scat”e mi diano opportunità sempre più grandi, per crescere e combattere con avversari più prestigiosi, così da migliorare la mia immagine di fighter. Spero che questo avvenga dai prossimi match. Già mi hanno parlato di qualcosa che sembra molto interessante, quindi speriamo bene.

Qual è stata la prima cosa che hai pensato subito dopo aver sottomesso Hughes?

Detto francamente: “andatevela a piglia ‘nder c…”. Nel senso che già sapevo di essere dato per sfavorito e di essere visto come il solito pupazzetto messo lì per far crescere Hughes. Quindi subito dopo averlo battuto sono stato felice di aver potuto dimostrare quello che so fare a tutti gli scettici”.

Che effetto ti ha fatto l’essere additato come lo sfavorito?

Ovviamente è soddisfacente quando qualcuno pensa che non sei all’altezza e tu gli dimostri tutto il contrario. Di questo sono felice, soprattutto per il lavoro fatto, per la lunga inattività, per l’ultimo incontro perso in Bellator per decisione, che secondo me avevo vinto, e c’è stato anche l’infortunio al ginocchio che non mi permise di combattere. Quindi è anche stata una bella rivalsa dopo il grande periodo di sfighe che ho vissuto”.

Ti abbiamo visto in grande spolvero sul piano della lotta. Punterai nuovamente nel grappling, come hai fatto nell’ultimo incontro, o continuerai a cercare i ko spettacolari che hanno caratterizzato la maggior parte dei tuoi match?

Dipenderà sempre in base all’avversario e alla situazione. Sono maturato sotto questo punto di vista, quindi se ritengo che la situazione non è adatta per scaricare un ground and pound o fare un qualcosa di spettacolare, preferisco lavorare sul sicuro. Alla fine anche se fai qualcosa di spettacolare, la gente ricorda solo quando perdi e non quando vinci. Quindi l’importante è vincere in qualsiasi modo mi capiterà, soprattutto in base alla situazione”.

Parlando del Daniele fuori dalla gabbia bisogna dire che sei molto attivo anche con altri progetti. Per esempio come è nato il tuo brand Trouble Sportswear?

Questo è un progetto che ho sempre voluto realizzare e finalmente mi sono deciso a farlo. Praticamente è il mio nuovo brand e comprenderà tutto ciò che può far parte dello sport: abbigliamento e equipaggiamento. Ovviamente sto facendo tutto piano, poiché devo sviluppare tutti gli accessori (paratibie, guantoni, guantini) e testarli per capire se posso venderli. Ho fatto un sito e, come ho sempre detto, non mi ritengo un fighter monotematico che pensa solo a combattere, ma mi piace anche allargarmi in tutto quello che riguarda il mondo dello sport. Faccio anche lezioni private con il nostro team a Valmadrera o a Lecco e adesso ho fatto anche il mio brand di abbigliamento; così se un domani comincerò a perdere nelle MMA, avrò altra roba che mi potrà portare il pane a casa”.

Se un domani non potessi più praticare MMA, ci sarebbe un altro sport di combattimento nel quale ritieni di poter fare altrettanto bene?

Tutti gli sport da combattimento mi piacciono molto e sicuramente riuscirei ad essere molto competitivo nelle competizioni di BJJ e di grappling in generale. Ora sono giovane e vedremo come si evolverà la mia carriera, però un giorno mi piacerebbe provare la Bare-knuckle. Per ora però, mi muovo soprattutto nel BJJ, anche se faccio pochissime gare perché ho sempre paura di farmi male e di compromettermi per gli incontri veri e propri. Anche perché nel BJJ non ti danno una lira”.

Come riassumeresti, in una parola, la tua intera carriera nelle MMA?

Direi… avvincente”.

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