Fedor Emelianenko vince il match fra leggende contro Quinton Rampage Jackson
I tempi del Pride sono lontani. Entrambi gli atleti non sono più quelli di una volta, ma per chi, come noi, li ha amati alla follia, è sempre un’emozione vederli incrociare i guanti. Per lo stesso motivo non bisogna aspettarsi match ad alta intensità o effetti speciali. Fedor Emelianenko e Quinton Jackson d’altronde hanno già disputato quelle tipologie d’incontri. Sono già finiti da tempo nei ricordi e nei video tribute delle MMA.
I match come quelli disputati alla Saitama Arena in sostanza vanno presi così come sono, senza polemiche e senza troppe esaltazioni. Rappresentano delle parentesi fuori dal tempo, un po’ come quei dipinti di pittori famosi che non sono fra le opere principali ma dove si riconosce comunque la mano dell’artista. In questo caso la mano è quella pesantissima di Fedor che si è abbattuta nel primo round su un Jackson apparso ampiamente fuori forma.
Lo abbiamo detto all’inizio, è vero, ma quanto fatto vedere dall’americano ai fan giapponesi ha reso davvero poca giustizia alla sua carriera. Un Rampage che si è presentato molto appesantito e incapace di creare anche solo una piccola sortita offensiva. Troppo poco per cercare di impensierire una macchina come Fedor che, seppur anche lui lontano dai fasti di un tempo, lo ha punito con poco sforzo.
Come sempre quello che resta dopo match del genere è la solita domanda: quale sarà il futuro per entrambi?
Tutti (probabilmente anche gli stessi Fedor e Rampage) si augurano che questa sia stata l’ultima recita. Nella testa di un fighter però non c’è mai la parola fine. C’è sempre un prossimo match da combattere. C’è sempre una sfida alla quale prendere parte. Speriamo dunque che questa volta la motivazione sia quella di superare tutto questo e capire che non c’è più una storia da scrivere quando si è già nella leggenda.