Ryan Garcia supera l’esame Campbell ma gli interrogativi sul suo talento restano

Un’altra vittoria, più precisamente la 21esima nella sua giovane carriera. Un successo arrivato grazie ad un montante al fegato al settimo round che ha costretto al KO Luke Campbell. Si è conclusa così la serata della definitiva consacrazione di Ryan Garcia. O almeno così era considerata perché dopo una serie di avversari “comodi” il 22enne di origine messicana si ritrovava finalmente di fronte un pugile ostico e dallo score di tutto rispetto (20 vittorie, 3 sconfitte).

Eppure, nonostante la vittoria, sono ancora diversi gli interrogativi che gravitano intorno al pupillo di Oscar De La Hoya. Innanzitutto il grande clamore mediatico che lo accompagna e che, spesso, finisce con l’oscurare parte del suo talento. Perché le qualità di Garcia sono evidenti, ma le sue attività sui social o i suoi ingressi sul ring con tanto di corona in testa e trono sotto i piedi risultano il più delle volte stucchevoli, eccessivi e addirittura distraenti quando di fronte si hanno avversari pericolosi.

E un esempio lo si è visto anche nel match con Campbell quando l’inglese lo ha messo al tappeto al secondo round sorprendendolo con un gancio sinistro. Un errore che poteva costare molto caro a Garcia il quale, questo va detto, ha risposto all’incidente con grande forza mentale recuperando la distanza e imponendosi con forza nelle successive riprese. Nonostante questo alcune domande rimangono: sarebbe riuscito a fare lo stesso con pugili molto più quotati come Devin Haney, Vasyl Lomachenko, Teofimo Lopez o il temibile bombardiere Gervonta Davis? La risposta è: no.

Ryan Garcia infatti oltre agli errori di concentrazione già citati ha mostrato anche alcune lacune tecniche che non gli permettono ancora di entrare nella cerchia dei top mondiali. La rigidità di gambe per esempio, un difetto che da una parte è limitante per gli spostamenti (pochi quelli mostrati anche contro Cambpell) e dall’altra ne pregiudica l’equilibrio e la capacità nell’assorbire i colpi. Un altro punto a suo sfavore è la continuità. Garcia è senza dubbio un pugile estremamente veloce, ma le sue combinazioni spesso sono ripetitive e fini a sé stesse. E’ ancora giovane e la sua crescita può essere importante. La collaborazione con un maestro dell’adattamento dei colpi allo stile e al ritmo degli avversari come Canelo Alvarez inoltre potrebbe essere una svolta nella boxe di Garcia in questo senso, ma non c’è dubbio che il lavoro da fare è ancora tanto.

Per il momento quindi il giudizio è in sospeso. Non ci schieriamo né fra quelli che lo osannano e né fra quelli che lo odiano. Ryan Garcia allo stato attuale delle cose è un pugile in crescita e solo il tempo dirà se potrà competere con i più forti del mondo.

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