Haney si conferma un fenomeno. Battuto anche Linares nella sfida valida per il mondiale WBC

Il fascino del pugilato è tutto nella sua essenza di arte ripetibile nel tempo.

Jab, diretto, gancio, montante. Quattro colpi fondamentali che si sono evoluti sin dalle origini raffinandosi in un mix di combinazioni pressoché infinite.

D’altronde si sa, l’importanza dei fondamentali è palese in tutti gli sport, e nel pugilato lo è forse ancora di più. A confermarlo è stata l’ultima straordinaria vittoria del campione dei pesi leggeri WBC Devin Haney.

Il classe 1998 di San Francisco ha scritto un vero e proprio saggio sull’antica arte del jab nel suo ultimo match contro Jorge Linares andato in scena alla Michelob Ultra Arena di Las Vegas lo scorso 29 maggio. 12 round di pura classe contraddistinti da un sinistro martellante e sempre spaventosamente a segno.

Spesso si esagera con i giudizi, ma quanto espresso da Haney è davvero qualcosa di straordinario perché rappresenta l’esatto anello di congiunzione fra i concetti di estetica e di efficacia. Perché Haney è bello da guardare, con la sua tecnica praticamente perfetta, ma è anche tremendamente letale con le sue combinazioni velocissime.

Davanti a un talento del genere diventa inevitabilmente difficile contrastarne l’impeto, anche per un guerriero del ring come Jorge Linares, il quale ha stretto come al solito i denti rendendosi più volte pericoloso, soprattutto nelle ultime due riprese. Quanto dipinto su tela nei precedenti round da Haney però era davvero impossibile da mettere in discussione in un verdetto che lo ha visto trionfare per decisione unanime.

Con questo successo l’americano ha portato a 26 le sue vittorie in carriera. Resta ancora fermo a zero invece il conto delle sconfitte e, dopo una prova come quest’ultima, ci viene da chiederci perché quanto a lungo rimarrà ancora così immacolato.

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